14.11.06

Waves

Dagli spiragli di consapevolezza delle ultime settimane, striscia fuori un'idea per niente motivante: tutto quello che sono ad oggi mi è in qualche modo caduto addosso.

Come se non bastasse la casualità genetica del nascere/nonnascere, nasceresano/nasceremalato, capellimarrone/biondi, timido/estroverso, intelligente/stupido, ecc.

Come se fosse bello vantarsi del non aver mai realmente scelto in un sottoinsieme infinito o perlomeno abbastanza grande ma tra due o tre opzioni preselezionate.

Come se si potesse dire di essere qualcosa quando in realtà non lo si è mai deciso.

Parole: Alessandro Baricco - Novecento

Io sono nato su questa nave. E qui il mondo passava, ma a duemila persone per volta. E di desideri ce n'erano anche qui, ma non più di quelli che ci potevano stare tra una prua e una poppa. Suonavi la tua felicità, su una tastiera che non era infinita.
Io ho imparato così. La terra, quella è una nave troppo grande per me.
E' un viaggio troppo lungo. E' una donna troppo bella. E' un profumo troppo forte. E' una musica che non so suonare. Perdonatemi. Ma io non scenderò. Lasciatemi tornare indietro ...

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