14.6.08

Dizzy

Serata di vertigini venerdì sera. Mi sono affacciata di nuovo sul vuoto.
Quante vite possibili. Quanti bivi già presi. Così tanti che non sarei neanche in grado di elencarli tutti. Soprattutto perchè molti li vedo solo ora. Allora erano solo minuscoli gesti di quotidiano e ignoravo fossero in realtà delle virate.

Succede ogni tanto. Alzo la testa dalla canned life che vivo, mi trovo un venerdì sera a casa da sola coi tuoni che mi fanno vibrare la pancia e sento di colpo uno spazio di pensiero diverso dal solito.
Muovendomi in questo spazio mi rendo conto che i miei pensieri nascono e vivono soltanto schiacciati (certo non per colpa di altri al di fuori di me) tra lavoro-yoga-casa-paga-le-rate-di-tutto-fidanzato-aperitivo-provinciale-al-massimo-pizza.
In queste condizioni è ovvio che siano corti, concentrati, ridotti, con orizzonte limitato a quanto riesco a immaginarmi è solo la proiezione della mia vita com'è oggi.

Forse è proprio sbagliato il modo. Per avere davvero il coraggio di immaginare e desiderare la propria vita non bisognerebbe semplicemente allungare come trascinando con un mouse su una cella di excel l'oggi per X tempo.
Bisognerebbe come partire dal vuoto?
Certo non si può prescindere del tutto dal proprio passato...O sbaglio?
Io mi muovo e il resto no. Oppure il resto si muove e io no. Non so. Davvero non so...

Definizione:
"La vertigine e' un'erronea sensazione di movimento dell'ambiente circostante rispetto al proprio corpo (vertigine oggettiva) o del se' rispetto all'ambiente (vertigine soggettiva)"

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