29.6.08

Lui.

Dal -scelgo le piastrelle con me al -voglio fare un viaggio da solo. Si potrebbe facilmente pensare che questa dichiarazione, un sasso in un lago che credevo immobile e inamovibile, mi faccia del male per gelosia di lui, così bello e intrigante in giro per il mondo da solo con quel fascino molto Into the wild che negli ultimi mesi si è perfettamente cucito addosso. Oppure perchè mi sento esclusa e vorrei tanto andare con lui.
E invece no.

Molta parte della nostra attrazione reciproca sia dovuta al fatto che all'inizio ci siamo riconosciuti l'uno nell'altra per motivi poco distinguibili che ora mi sembrano invece evidenti: la nostra parte ribelle, solitaria, selvatica. Parte che io in lui vedevo frustrata da un'inutile zavorra di una banale storia di 6 anni e parte che lui in me probabilmente invece vedeva spadroneggiare in me e comandare i miei comportamenti da non-convenziale mangiatrice di uomini.
Quello che sta succedendo tra noi è che ci stiamo reciprocamente addomesticando alla libertà, cioè al non farci addomesticare. E' solo che se lui va da quella parte io ci metto tipo un nanosecondo a ritrovare quella parte della mia anima inquieta, che vorrebbe vagabondare per il mondo alla ricerca di risposte non condizionate da questo cazzo di posto dove viviamo.

E una volta andati lì, a macerare nella coscienza selvatica, non sarà più possibile tornare indietro, non sarà più possibile andare all'IKEA con un sacchetto giallo in una mano e un metro di plastica nell'altra.

Sto male, veramente. E non di ansia, una volta tanto. Male di distacco, di perdita, di abbandono. Di nuovo.

Parole: Eddie Vedder - Guaranteed

Don't come closer or I'll have to go
Holding me like gravity are places that pull
If ever there was someone to keep me at home
It would be you...

Nessun commento:

Siete passati di qui in