18.2.06

Quello che non c'è

C'è necessariamente una fase di analisi di quello che è successo. Se poi ci si mette anche una PsicoDonna nella faccenda, proprio non si può chiudere niente senza aver sminuzzato, ingrandito, esaminato ogni singolo dettaglio.

Una delle cose che mi pare di aver colto da questo periodo è che è facile vedere quello che c'è. Liti, urla, dormite schiena contro schiena ai lati opposti del letto, crollo dell'attività sessuale, ecc. Sono cose evidenti, palesi, ingombranti. E su quello si discute, ci si dovrebbe confrontare, ecc.

Quello che mi inquieta è quello che non c'era. Ero talmente dentro tutto, la situazione, la psicologia di TuttoEgo, i meccanismi di copioni ritriti che, semplicemente, non vedevo tutto quello che mancava.
Succede nei rapporti, ma succede nel lavoro, figuriamoci sui media. La fregatura di solito sta lì, proprio nelle cose che non si vedono e di cui non si parla e, siccome non le vedi, te ne dimentichi.
Come di arriva a individuare quello che non c'è? Se non c'è non è che si possano avere dei grandi segnali in merito. Forse solo il silenzio aiuta. Quando metti a tacere, metti un attimo da parte il rumore di tutto quello che c'è (che è solitamente troppo) forse allora inizi a percepire una sensazione di vuoto che potrebbe essere illuminante. Ma tanto non gli dai retta.

Audio: Quello che non c'è - Afterhours.
La chiave dela felicità è la disobbedienza in sè a quello che non c'è.

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