31.5.06

Riappropriazione (in)debita 2: canzoni

(si veda riappropriazione (in)debita 1: oggetti)

E' così, ogni storia si appropria di una o alcune canzoni. E poi ci sono le storie che sono musica. E in quei casi è molto più difficile riappropriarsene.

TuttoEgo e io non abbiamo mai avuto "la nostra canzone". A parte una che, sull'onda di una suggestione di un matrimonio dove i due sposi si squagliavano mentre lui cantava a lei la loro canzone, avevamo scelto a tavolino in caso ci fossimo trovati in una situazione simile. Ed era "Via" di Raf, sebbene lui di andare via, di fughe romantiche, di mollare tutto e ricominciare in un altro posto insieme non ne ha mai neanche voluto sentire parlare (si legga tra le righe nel post precedente). Buffo, me ne accorgo ora che il testo era mio, probabilmente la musica era sua ma quelle parole avevano per me un profondo significato mentre per lui no o forse le vedeva semplicemente applicate a una vacanza.

Con tutti gli enormi difetti e limiti, questa è stata la storia più bella e intensa della mia vita e quand'è così a volte arrivi a perdere il confine tra me e te, tra mio e suo, ma in realtà solo in alcuni rari momenti con una persona così nettamente consapevole dei confini di se stesso come TuttoEgo.
La musica era una di quelle rare occasioni quindi la musica ora fa abbastanza male.

Certo, certi gruppi e certe canzoni le ha conosciute e ascoltate per la prima volta dal mio Ipod in quelle giornate di caldo asfissiante dell'estate torinese del 2003. Però la questione non è legata ai singoli gruppi, ai singoli pezzi, ma a una sensibilità comune, al fatto di ascoltare una canzone per la prima volta e sentire cosa l'altro/a sente in proposito.
In fondo quindi dovrebbe essere relativamente semplice riappropriarmi delle mie canzoni in primo luogo, poi della mia sensibilità verso la musica, e infine anche di quello che lui mi ha dato in musica.

E' così. E' parte della valigia di cose che mi resta di lui.
Certo, "Via" di Raf non l'ascolterò mai più se non in masochistici momenti di ultra-depressione. Anzi fammela togliere dall'ipod, non si sa mai...

Audio: Raf - Iperbole
E chissà domani come sarai
chissà se ancora ci crederai
in un futuro da difendere
se anche tu non avrai certezze
guardando il cielo iperbole di stelle
la notte di un giorno qualunque...


PS: ricevo (a sopresa visto che non pubblicizzo il link) molti contatti sul blog ma pochissimi commenti, mi scuso se è perchè il blog sembra un diario molto personale sul quale sembra non del tutto appropriato commentare ma non vorrei fosse così

2 commenti:

gicappa ha detto...

io commento volentieri ma anche tu dovresti dirmi se ti fa piacere o se preferisci di no (nel caso non mi offendo, vai tra).
e comunque ti ho linkata. ho fatto male?

credo che stare in relazione (profonda) significhi fondersi un po' con l'altro (non totalmente che altrimenti è perdersi).
quando la storia finisce è difficile ricondurre le parti fuse ai legittimi proprietari.
ma questa è la parte bella... no?

Anna ha detto...

sì mi fa piacere Gk...forse è l'unico legame che posso avere con voi d'ora in poi.

...già, ridividere le carte in gioco e trovare che non sono quelle che avevi in mano prima che tutto iniziasse...qualcosa di più, qualcosa di meno, comunque diverso...

Siete passati di qui in